domenica 9 maggio 2010

AL MIO AMATO PAPA'

Ciao Papa',
volevo dirti pubblicamente grazie per quello che hai rappresentato per me.
Nella mia vita ho imparato che, al mondo, esistono due tipi di persone. Quelle che hanno bisogno di essere guidate e quelle che invece si pongono a guida.
Tu appartenevi a questa seconda, più rara, specie.
Lo facevi con umiltà ma, umilmente, tu sapevi essere punto di riferimento.
Tu avevi questo dono immenso patrimonio di pochi.
Lo esercitavi con fermezza e determinazione. Le Tue parole suonavano sempre come verbo e risultavano essere sempre rassicuranti e decisive.
A me personalmente hai trasmesso quegli ideali di fraternità, uguaglianza e libertà di cui spesso mi parlavi. Così come la forza ed il coraggio di professarli anche quando ci si trova a farlo in mezzo a chi, di quelle idee, ne farebbe volentieri a meno.
Grazie per avermi trasmesso un forte senso civico, così come un forte senso dello Stato e di Giustizia.
Grazie per avermi spinto a trovare dentro di me il tuo stesso coraggio, superando la mia timidezza, per professare in pubblico quelle idee, quegli ideali, imparando da te l'arte dell'oratoria.
Mi hai fatto capire quanto sia importante nella vita curarsi di accrescere la propria cultura perchè tu, di cultura, ne avevi tanta, superiore alla media, anche se ti eri fermato alla quinta elementare (la terza media la prendesti al serale) e così lo stesso ho cercato di fare io pur avendo potuto fare solo la terza media perchè, purtroppo, di soldi non ce n'erano.
Ho scoperto con te quanto sia importante impegnarsi socialmente, operando perchè il senso di giustizia diventi patrimonio di tutti. L'avere il coraggio di lottare per i propri ideali, senza avere la presunzione di avere la verità in tasca ma facendolo anche a costo di rimetterci del proprio affinchè la nostra vita, i nostri gesti, il nostro modo d'essere, il nostro pensiero, diventino comunque un esempio che sia contagioso per tutti.
Mi hai insegnato quanto sia importante diffondere nella società il senso di solidarietà ma senza lasciare che questa sia scambiata con la carità.
Mi hai fatto capire che, ad alcune persone, è stato dato il dono, la capacità di riuscire ad avere, ad elaborare pensieri più alti e che, a queste persone, una di queste eri tu, spetta il compito di guidare le altre a conquistarsi il diritto ad avere una vita migliore e più giusta.
Mi dicevi che queste persone hanno il dovere, la responsabilità di stare dalla parte dei più deboli, lottando al loro fianco, mettendosi alla loro testa se serve, perchè capiscano che solidarizzare significa affratellarsi, unirsi. Perchè comprendano che unendosi, sentendosi più uniti, significa essere più forti, più coraggiosi e maggiormente capaci di vincere le ingiustizie e conquistare per sé e per i propri figli un avvenire migliore, migliorando l'intera società, sconfiggendo quell'egoismo, quel razzismo e individualismo che sono, per i potenti, le armi più formidabili.
Questo sei stato per me papà e di te vado e andrò sempre fiero, pronunciando il tuo nome a testa alta perchè non avrei potuto avere papà migliore di Te.
E sono felice.
Felice perchè quella notte, la tua ultima notte, mentre concludevi il cammino della tua vita io ero lì a tenerti la mano.
E, per mano, t'ho potuto accompagnare fin sulla soglia di quella porta che conduceva alla Tua nuova vita.
Stai tranquillo papà.
Va' tutto bene.
Fai buon viaggio.
Ciao
Tuo figlio Fabio
Ciao Papa'.